(di Andrea D'Ortenzio)
(ANSA) - ROMA, 18 MAR - Non si arresta la crescita delle
sofferenze bancarie in Italia che, a causa della crisi, sfondano
quota 160 miliardi di euro ma gli sforzi del sistema del credito
italiano per fare pulizia nei bilanci 2013 vengono riconosciuti
dall'agenzia Fitch e si intravedono i primi segnali di ripresa
del mercato dei mutui. La Bce intanto, per voce del presidente
del consiglio vigilanza Daniele Nouy, ripete come, dopo l'esame
e gli stress test, non ci saranno più banche zombie grazie a
quella 'distruzione creativa' citata dal presidente Mario Draghi
giorni fa.
E proprio l'esame Bce e i successivi stress test saranno al
centro dell'incontro domani a Milano fra l'esecutivo Abi e il
governatore di Banca d'Italia Ignazio Visco. Un aggiornamento
anche, "per quello che verrà dopo" come ha detto il presidente
Abi Patuelli. Per l'Abi comunque l'esame di Francoforte non
comporterà sorprese viste le grandi correzioni già fatte (ultima
in ordine di tempo è stata la Popolare Vicenza oggi che ha
raddoppiato le rettifiche), la vigilanza attenta della Banca
d'Italia e un rallentamento dell'ingresso di nuove sofferenze
che dovrebbe arrivare nel corso dell'anno. Anche per Fitch si
dovrebbe toccare un picco nel 2014 mentre le svalutazioni degli
avviamenti dovrebbero diminuire dopo la maxi pulizia fatta,
principalmente da Unicredit. Sia per l'agenzia che per la stessa
Abi ci vorrà comunque del tempo per ricominciare a parlare di un
miglioramento della qualità del credito che ora è ai livelli del
1999. I tempi della giustizia infatti richiedono anni e nel
frattempo i portafogli delle banche rimangono gravati dallo
stock accumulato.
Le banche italiane sono comunque "ben posizionate" grazie al
rafforzamento del capitale già eseguito o in programma nei
prossimi mesi spiega Fitch.
Qualche timido segnale di miglioramento comunque c'è. La
caduta dei prestiti si sta attenuando (-2,97% a febbraio contro
il -4,5% di novembre 2013) e le banche iniziano a fare
pubblicità di mutui, segno che qualcosa cambia anche sul lato
dell'offerta. Aiuta il tasso che scende al 3,44%, il minimo da
settembre 2011 e la forward guidance della Bce che assicura
tassi bassi per un periodo prolungato di tempo. Il variabile
scelto per la stragrande maggioranza (80%) può sempre essere
cambiato in fisso se i tassi dovessero risalire.(ANSA).