(di Fabio Perego)
(ANSA) - MILANO, 17 MAR - Unicredit dopo l'Ipo di Fineco,
attesa a metà anno, potrebbe riaprire il dossier Pioneer, la
società del gruppo attiva nel risparmio gestito. Le opzioni,
secondo uno scenario tracciato dal Financial Times, potrebbero
essere la vendita per 2-3 miliardi o la quotazione già a partire
dal prossimo anno.
A leggere però il piano industriale al 2018, presentato la
scorsa settimana, Piazza Cordusio, che peraltro non commenta le
ipotesi del quotidiano della City, punta invece a sostenere la
crescita di business a basso assorbimento di capitale,
potenziando proprio l'asset management (attività di gestione
degli investimenti finanziari di terzi ndr) con un incremento
dei canali di distribuzione non captive (indipendente ndr) e
favorendo l'acquisizione di clienti nell'asset gathering
(attività di raccolta del risparmio ndr). Tanto è vero che nelle
linee strategiche, disegnate dall'istituto guidato da Federico
Ghizzoni, è prevista una crescita da 174 a 263 miliardi di euro
della massa gestita proprio da Pioneer Investment. Mentre,
secondo i programmi, gli attivi finanziari totali dell'asset
gathering (compresi Fineco e la tedesca DAB) dovrebbero invece
passare da 76 a 111 miliardi di euro.
Numeri supportati anche dall'andamento che l'industria del
risparmio gestito ha avuto nel 2013 con un patrimonio stabile a
quota 1.322 miliardi di euro e una raccolta a quota 64,5
miliardi di euro. In questo contesto è pronta a quotarsi Anima
Holding (oggi è partito il pre-marketing). La società di
risparmio gestito ha chiuso il 2013 con un utile netto
consolidato di 120 milioni (da 43 milioni del 2012), un
risultato della gestione operativa di 165 milioni (da 58
milioni) e commissioni nette per 220 milioni (da 165 milioni).
Mentre il patrimonio in gestione ha raggiunto i 46,6 miliardi
(+14%) grazie a una raccolta netta positiva per 3,4 miliardi.
Tornando a Unicredit (oggi in Borsa +5,52% a 6,5 euro) il
Financial Times ipotizza anche, nell'arco di un paio d'anni, la
quotazione parziale della tedesca Hvb che Piazza Cordusio ha
acquistato per 15,4 miliardi di euro nel 2005. Un'ipotesi che,
ad ora, però è smontata dal presidente Giuseppe Vita che in
un'intervista all'Handelsblatt assicura che Hypo-Vereinsbank non
sarà ne' portata in Borsa ne' venduta perché ''è un gioiello del
quale siamo soddisfatti''. La Germania per l'istituto di credito
resta ''strategica''. La controllata tedesca ha chiuso il 2013
con utile netto in calo a 1,03 miliardi di euro. A pesare costi
della chiusura di alcune filiali e il taglio di posti di
lavoro.(ANSA).