(ANSA) - ROMA, 16 MAR - La scadenza del 21 settembre, in cui
non per coincidenza cade San Matteo, indicata dal presidente del
Consiglio Renzi come ultima data per il pagamento della montagna
di debiti della pubblica amministrazione "è credibile". Il
presidente della Cdp, istituzione che avrà un ruolo importante
in tutta l'operazione, Franco Bassanini, conferma la tempistica
indicata da Palazzo Chigi, assicurando che al Tesoro non
storcono più il naso e non verranno quindi riproposti quegli
ostacoli che in passato avrebbero impedito questa soluzione.
Intervenendo a In mezz'ora su Rai Tre, Bassanini ha ricordato
innanzi tutto che i debiti non sono tutti uguali, ma si
distinguono tra quelli di parte corrente e quelli in conto
capitale. Per il pagamento dei primi, che rappresentano "il
grosso" e che riguardano per esempio i crediti vantati nei
confronti dei comuni dalle ditte che forniscono i pasti nelle
scuole, è possibile concludere "anche molto prima della fine di
luglio, bastano due, al massimo tre mesi": anche se non è noto,
ha riconosciuto Bassanini, l'ammontare complessivo, va infatti
ricordato che questa partita è già stata contabilizzata nel
deficit e quindi nella soglia del 3%, nell'anno in cui i debiti
sono maturati. Quindi "l'unico problema è trovare il modo di
pagarli" ed è qui che interviene tutto il meccanismo messo a
punto con il ruolo di ultima istanza della Cdp, che potrà
eventualmente acquisire dalle banche i crediti ceduti dalle
aziende: ogni anno Cdp dovrà stabilire un plafond a questo scopo
e Bassanini immagina che "non dovrebbe superare i 2 o 3 miliardi
l'anno".
Discorso diverso è quello che riguarda invece i debiti in
conto capitale, in cui rientrano per esempio quelli che i comuni
hanno accumulato con le aziende per interventi strutturali, come
per esempio la costruzione di una scuola. Anche in questo caso,
ha riconosciuto il presidente della Cdp, non si sa esattamente
quale sia l'ammontare, che tuttavia dovrebbe aggirarsi tra i 5 e
i 10 miliardi. "Questi - ha detto - sono il vero problema,
perché nel momento in cui vengono pagati vengono conteggiati nel
nostro deficit, nel 3%, per intendersi" e pertanto "rientrano
nel problema delle coperture". Un soluzione, come noto, potrebbe
essere quella di approfittare di quel margine dello 0,3-0,4% che
ci separa dal raggiungimento dal tetto del 3% e che, secondo
Bassanini, sarebbe la soluzione preferita anche da parte della
Cancelliera tedesca Angela Merkel e della Commissione Ue.
Tutto ciò porta inevitabilmente a tempi "un pochino più
lunghi" per i debiti del secondo tipo, ma la scadenza di San
Matteo per una soluzione complessiva "è credibile". A giocare a
favore, ha spiegato Bassanini, c'è anche il nuovo atteggiamento
assunto dalle strutture del ministero dell'Economia, che al
tempo del governo Letta avevano diverse "obiezioni", a causa di
una possibile bocciatura da parte dell'Europa: adesso, invece,
il ministro Pier Carlo Padoan "è pienamente impegnato a
sostenere questa soluzione".(ANSA).