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>ANSA-FOCUS/ Piani delle banche e gli obiettivi mancati del 2011

Falliti i target fissati 3 anni fa, gli istituti ci riprovano

08 marzo, 17:30
    (ANSA) - MILANO, 8 MAR - Martedì prossimo Unicredit alzerà il
velo sul nuovo piano industriale, con le prime indiscrezioni che
parlano della quotazione di Fineco Bank e dell'ipotesi di
dividendo in azioni. La scorsa settimana è toccato al Banco
Popolare annunciare gli obiettivi, accompagnati da un aumento da
1,5 miliardi, mentre a fine marzo arriveranno i numeri di Intesa
e Carige, a cui dovrebbe seguire in primavera la Bpm.
   In attesa di conoscere le strategie dei big del credito uno
sguardo ai piani del 2011 evidenzia come le promesse di allora
non sono state mantenute. Il perdurare della crisi, con l'Italia
faticosamente uscita dalla recessione solo nell'ultimo trimestre
del 2013, e la pulizia del portafoglio crediti, spinta da
Bankitalia in vista degli esami della Bce e dell'Eba,
relegheranno gli utili 2013 a livelli molto inferiori a quelli
previsti tre anni fa, con un saldo negativo di molti miliardi.
   Nel 2011 Intesa Sanpaolo e Unicredit stimarono in 4,2 e 3,8
miliardi i profitti che avrebbero raggiunto nell'esercizio 2013.
Obiettivi che appaiono irraggiungibili se si considera che nei
nove mesi dello scorso anno gli utili di Ca' de Sass si sono
fermati a 640 milioni e quelli dell'istituto di piazza Gae
Aulenti a 1 miliardo. Già noti i risultati del Banco Popolare,
che ha azzeccato il numero sbagliando però il segno: 600 milioni
di perdite anziché di profitti. 
    Nel 2011 Mps, ancora sotto la gestione di Giuseppe Mussari e
Antonio Vigni, si impegnò a remunerare gli azionisti con 2
miliardi di euro di dividendi entro il 2015: ad oggi non un solo
euro di cedole è stato versato ai soci mentre la banca, salvata
da 4 miliardi di Monti-bond, dovrà ricapitalizzarsi per tre
miliardi, dopo aver accumulato dal 2011 a oggi oltre 8 miliardi
di perdite. I 263 milioni promessi da Carige nel 2014 verranno
anticipati quest'anno da una perdita ultramiliardaria e anche
per Ubi (102 milioni di utili al 30 settembre 2013) l'asticella
di 700 milioni fissata nel 2011 appare troppo alta.
   Se i risultati reddituali sono sotto le attese, le banche
italiane, con l'eccezione di Mps, hanno però superato il
difficile triennio 2011-2013 senza aiuti di stato. Un risultato
che, alla luce di quanto accaduto in molti Paesi europei, i
banchieri italiani non dimenticano mai di sottolineare.(ANSA).
          
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