(di Sara Bonifazio)
(ANSA) - MILANO, 7 MAR - Telecom chiude il 2013 con un
'rosso' di 674 milioni di euro su cui pesa la svalutazione da
2,2 miliardi effettuata nel primo semestre. Nel complesso i
risultati hanno battuto le attese degli analisti e l'obiettivo
debito, portato sotto i 27 miliardi di euro (26,807 miliardi) è
stato centrato. Nel secondo semestre poi si sono visti i primi
segni di un'inversione di tendenza ma i manager, che puntano a
rafforzare ulteriormente la struttura patrimoniale del gruppo
senza rinunciare agli investimenti sulle Reti, proporranno
all'assemblea del 16 aprile di congelare per quest'anno il
dividendo per le azioni ordinarie. Verrà pagato solo quello,
dovuto per Statuto, di 2,75 centesimi di euro alle azioni di
risparmio ma l'ad Marco Patuano vede la svolta nel 2015 e
rassicura ''alla luce dei segnali di recupero che già cogliamo
sul mercato, torneremo a remunerare tutti i soci nel prossimo
anno''.
Oltre ad approvare i conti 2013 il cda ha varato
un'operazione di buy back di obbligazioni per 500 milioni di
euro e integrato l'odg dell'assemblea con le proposte sul
dividendo, la politica di remunerazione per l'anno 2014 e il
piano di stock options. Tornando ai numeri, i ricavi sono scesi
a 23,4 miliardi (5,2% in termini organici), l'ebitda a 9,7 mld
(-7,6%). Per l'Italia sono stati pari a 16,21 mld (-9,4%) con
''nell'ultimo trimestre un miglioramento (-7,7% trim/trim). In
particolare Tim ''ha riconquistato la leadership dei ricavi che
aveva perso nel 2010 nel mercato italiano'' riconquistando la
posizione n.1 sul mercato ha sottolineato Patuano. ''Ci
aspettiamo per l'Ebitda in Italia un 'punto di svolta' nel 2015
e il ritorno ad una stabilizzazione e alla crescita sostenibile
a partire dal 2016'' ha detto il manager agli analisti per dare
una visione a medio termine ma in Borsa, dove tutti i telefonici
sono sottopressione, 'appesi' alle attese per il consolidamento
in Francia (Vivendi ha ricevuto le offerte di Bouygues Telecom e
Numericable per Sfr), il titolo a fine seduta ha lasciato il
2,57% a 0,81 euro. A questo proposito sul Brasile la posizione
è sempre la stessa: ''siamo lì per restare, con un atteggiamento
'razionale' su opzioni future''. ''Non ci sono negoziati per
alcun genere di joint venture in Brasile: stiamo parlando di un
asset mobile davvero forte, Tim, e uno forte nel fisso, Gvt. La
possibilità di un'integrazione che crei sinergie esiste ma non
vi stiamo lavorando'' certo ''se arrivasse un'offerta 'jumbo'
siamo qui e la valuteremo''.
Riferendosi al mercato italiano ha invece risposto ''siamo
aperti anche se non vogliamo essere i capitani di questa
riscossa, se avverrà saremo a loro disposizione''. Peraltro i
tempi per un matrimonio tra Wind e 3Italia, un'ipotesi di cui si
è tornato a parlare nelle ultime settimane, non sono maturi,
Vimpelcom in particolare non sembra intenzionata a vendere.
''Non c'è nulla da segnalare; rimaniamo molto impegnati e
positivi nei confronti dell'Italia'' ha ribadito agli analisti
Jo Olav Lunder, ceo di Vimpelcom e presidente di Wind che già un
mese fa all'Investor Day aveva detto che ''vendere non è
un'opzione perchè non pensiamo produca il valore che creerebbe
una soluzione a lungo termine, ci sono diverse opzioni che
potremmo giocarci, finanziarie e strategiche, prendiamo tempo
finchè il mercato non maturerà e alla fine evolverà in un
qualche forma di consolidamento''. (ANSA).