(ANSA) - MILANO, 7 MAR - Si placa la tempesta in Borsa su Mps
e rientrano solo in parte gli scambi sul titolo, ma soprattutto
non si scioglie il rebus sul rally di metà settimana e sui
volumi trattati anche ieri. Dopo una partenza sprint nel
mattino, le azioni dell'istituto chiudono la seduta in calo
dell'1,62% a 0,21 euro dopo scambi per 674 milioni di azioni e
pari al 5,7% del capitale. Due giorni fa era passato di mano
quasi il 12% e ieri il 16% e pur se quei livelli sembrano
lontani, anche oggi gli scambi appaiono del tutto eccezionali.
Dopo il saliscendi in Borsa, comunque il titolo viaggia su
valori del 15% sopra i livelli pre-rally (+21% da inizio anno).
Insomma o ci sono ancora mani forti in manovra sul titolo oppure
ormai il mercato ha rifatto i conti: se fosse vero che qualche
socio privato ha venduto o anche che la Fondazione azionista ha
collocato un mini pacchetto ieri e comunque è stato assorbito
bene l'urto, significa che ci son margini di manovra, c'è
appetito sul titolo, è il ragionamento.
Intanto prosegue il monitoraggio avviato già mercoledì da
Consob, con l'avvertenza che nel caso degli intermediari
stranieri è comprensibile attendersi tempi più lunghi per una
risposta alle domande dell'Autorità su chi abbia ordinato le
compravendite sul titolo.
Infine, nel processo sulla ristrutturazione del derivato
Alexandria, che vede accusati di ostacolo all'autorità di
vigilanza l'ex presidente Giuseppe Mussari, l'ex dg Antonio
Vigni e l'ex responsabile dell'area finanza Gianluca
Baldassarri, è stata oggi la volta di Leonardo Bellucci
dell'area risk management Mps che ha sostenuto come l'operazione
Alexandria fosse stata messa all'attenzione dei funzionari di
Bankitalia ''in una ventina di incontri'' in occasione delle
ispezioni al Monte dei Paschi di Siena tra il 2011 e il 2012.
''Durante l'ispezione non fornii informazioni sul mandate
agreement perché non ne ero a conoscenza'', ha aggiunto Bellucci
in riferimento all'accordo di ristrutturazione del derivato
Alexandria tra Mps e Nomura risalente a fine luglio 2009 e
rinvenuto nell'ottobre del 2012 in una cassaforte dall'attuale
ad di Rocca Salimbeni, Fabrizio Viola.(ANSA).