(dell'inviato Domenico Conti)
(ANSA) - FRANCOFORTE, 6 MAR - La Bce fa quadrato sulla
bacchettata data dalla Commissione europea all'Italia e ad altri
Paesi dell'Eurozona. E il presidente Mario Draghi, con parole
raramente esplicite, invita a ridurre il debito e consolidare i
conti rilanciando la crescita attraverso le riforme
dell'economia.
"Senz'altro accogliamo con favore le raccomandazioni della
Commissione europea", dice il presidente Bce, Mario Draghi,
commentando i rilievi di Bruxelles dopo una domanda rivolta
proprio sull'Italia. "Sarebbe un disastro", dice Draghi, tornare
indietro sul risanamento dopo "così tanti sacrifici e così tanto
dolore".
Un affondo sul tema dei conti pubblici che arriva in
parallelo con la decisione di mantenere i tassi fermi allo 0,25%
senza quelle misure straordinarie che in molti si aspettavano,
pur di fronte a un'inflazione che le nuove stime della Bce
rivedono al ribasso: 1% quest'anno, 1,3% il prossimo e 1,5%
nella nuova proiezione sul 2016. Non è la paventata deflazione,
ma il ritorno all'obiettivo della Bce, che è 'vicino ma
inferiore al 2%', avverrà soltanto "nel medio-lungo termine".
Ciò nonostante, il consiglio della Bce si conclude con un nulla
di fatto sulle misure che in molti si aspettavano, a partire dai
175 miliardi di fondi freschi che sarebbero arrivati sospendendo
la 'sterilizzazione degli acquisti di bond, fino a un programma
di maxi prestiti alle banche subordinato all'erogazione di
credito all'economia, fino al 'quantitative easing' in stile
Federal Reserve.
"Se necessario siamo pronti a ulteriori, decisive misure",
promette Draghi. Ma "non sono facili, ci vuole tempo", con
impedimenti anche sul fronte regolamentare e legislativo a
programmi come un rilancio delle cartolarizzazioni, che è fra le
ipotesi allo studio. Di certo, c'è sempre più l'euro forte sul
tavolo dei governatori a Francoforte, che rendendo meno costoso
l'import ha contribuito a raffreddare i prezzi. Draghi è, anche
qui, inusitatamente esplicito: il rialzo dai minimi del 2012 ha
tagliato all'inflazione attuale 0,4 punti, "un valore
significativo di quanto possa contare il tasso di cambio
rispetto ai nostri obiettivi" di stabilità dei prezzi.
Altrettanto sicuro è che molte delle energie dei consiglieri
Bce vanno all'unione bancaria in vista della sorveglianza che
finirà in capo a Francoforte a novembre. E qui Draghi,
accalorandosi un po', promette rigore massimo e trasparenza
negli 'stress test' chiamati a fare luce sullo stato dei bilanci
delle banche dell'Eurozona. "La cosa peggiore sarebbe far finta
che i problemi non esistano. Le banche zombie non prestano
soldi!", ha spiega Draghi.
Anche le nuove stime di crescita della Bce, ancorché riviste
lievemente in meglio, confermano lo scenario di una ripresa
"moderata" e con rischi al ribasso, dice Draghi, che vede anche
"rischi geopolitici notevoli" da un'escalation in Ucraina. Per
quest'anno la Bce si attende ora una crescita dei Diciotto
all'1,2%, in accelerazione a 1,5% il prossimo e 1,8% nel 2016.
In Italia, nota, si sta riducendo il divario di fiducia dei
consumatori, e anche i criteri con cui vengono concessi i
prestiti, come in Spagna, si stanno "allentando".
In questo scenario, anche Draghi smonta la contrapposizione
rigore-crescita che vorrebbe un po' di deficit in più per dare
ossigeno alla crescita. Serve invece "un mix di misure" -
risponde alla domanda sull'Italia ma restando sul generale - per
"mettere il debito su una traiettoria discendente", continuare a
risanare il bilancio, ma avere anche la crescita: per questa
sono "essenziali" le "riforme strutturali", a partire dal
mercato del lavoro, la riduzione della burocrazia per le
imprese, fino alle liberalizzazioni di prodotti e servizi.
(ANSA).