(di Alfonso Abagnale)
(ANSA) - ROMA, 5 MAR - Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco
scivola sotto i 180 punti base, tornando sui livelli pre-crisi e
dando al governo Renzi una boccata d'ossigeno nel giorno in cui
la Ue bacchetta l'Italia per l'alto debito pubblico, l'elevata
disoccupazione, la bassa crescita e la scarsa competitività.
Il divario Roma-Berlino si riduce a 177 punti base, segnando
gli stessi livelli di novembre 2010, mentre il tasso sul titolo
decennale scende al 3,37%, ai minimi da ottobre 2005. Il
'famigerato' spread è dunque anni luce dal record storico dei
575 punti base di novembre 2011 che costrinse l'allora premier
Berlusconi ad alzare bandiera bianca e cedere la poltrona di
Palazzo Chigi a Mario Monti e alla sua squadra di tecnici.
A quota 177 punti base, lo spread non è lontano dalla soglia
psicologica dei 170 punti che il Tesoro si auspicava per
quest'anno e avanti rispetto alla tabella di marcia che via XX
Settembre aveva stimato nel Def: 200 punti base a fine 2014, 150
a fine 2015 e 100 a fine 2016.
Se i tassi restassero su questi livelli, l'Italia potrebbe
risparmiare più di 15 miliardi di euro quest'anno a fronte di
interessi passivi sul debito pubblico, che si aggirano sugli
80-90 miliardi all'anno, come in gran parte già considerato
nelle ultime stime dei contenuti nel Def, nel quale l'ex governo
Letta prevedeva per il 2014 uno spread medio di circa 200 punti.
A spingere al ribasso lo spread ha contribuito oggi in modo
significativo il dato sull'andamento del comparto manifatturiero
e servizi nell'eurozona a febbraio. L'indice Pmi composito il
mese scorso è infatti salito oltre le attese a 53,3 punti,
segnalando che la ripresa in Eurolandia sta prendendo velocità,
ed ha incoraggiato quindi gli investitori a comprare Btp e anche
Bonos. Il differenziale della Spagna oggi è sceso a 175 punti
base col rendimento dei titoli iberici al 3,35%, ai minimi da
gennaio 2006.
In generale, va detto però che i Bond di Italia e Spagna da
inizio anno hanno beneficiato anche della fuga di capitali dai
Paesi emergenti, innescata dal ridimensionamento degli stimoli
monetari a sostegno dell'economia Usa da parte delle Federal
Reserve, il cosiddetto tapering, e dal rallentamento della
locomotiva cinese. Gli investitori si sono infatti riposizionati
su titoli più sicuri ma più redditizi del solido Bund tedesco,
come appunto i Btp e i Bonos.
Per quanto riguarda le Borse, Milano anche oggi è la migliore
con un rialzo dell'1,38% a 20.756 punti, livello che non toccava
dal 7 giugno 2011. Bene anche Madrid (+0,87%) mentre deludono
Londra (-0,71%), Francoforte (-0,49%) e Parigi (-0,11%).(ANSA).