(ANSA) - ROMA, 5 MAR - Entra nel vivo l'esame sulla qualità
degli attivi avviato dalla Bce sul settore del credito che passa
alla 'fase 2' in attesa della partenza degli stress test
prevista a maggio. Da lunedì inizieranno le ispezioni, a livello
nazionale, per la verifica sul posto degli attivi.
In Italia saranno coinvolti 15 istituti: le tre grandi
Unicredit, Mps e Intesa Sanpaolo e le altre 12 medie coinvolte
nel comprehensive assessment oltre a 10 filiali e filiazioni di
banche estere. Negli altri paesi dove i gruppi italiani sono
presenti, le operazioni saranno realizzate dalle autorità
locali. Nel frattempo il quotidiano Financial Times rileva come
il punto debole del sistema del credito italiano resti la
governance e deve riformare la "cultura centenaria del
campanilismo".
Questa volta a condurre le verifiche sarà personale della
Banca d'Italia ma, quando partirà la vigilanza unica a fine
2014, verranno creati dei gruppi 'misti' formati da ispettori
locali e della Bce. Nel caso di grandi gruppi questi team
potranno arrivare anche a una sessantina di ispettori. I team
saranno lo strumento di cooperazione tra le autorità nazionali e
la Bce e saranno composti da personale di diverse nazioni, non
necessariamente dei paesi dove la banca è presente.
Nel frattempo tuttavia il Comprehensive assessment della Bce
riguarderà 121 istituti europei che poi, quando a novembre
partirà la vigilanza unica, ricadranno nella vigilanza condivisa
fra Francoforte e le singole autorità nazionali. Il resto delle
6.000 banche europee 'meno significative' continuerà a essere
vigilato dalle autorità locali ma la Bce potrà sempre avocare il
controllo in caso di difficoltà.
La seconda fase dell'Aqr segue quella di selezione dei
portafogli, chiusa a metà febbraio, e dovrà essere completata
entro l'estate. Non è escluso, secondo quanto ha affermato il
presidente dell'Eba Andrea Enria, che in quell'occasione singole
autorità nazionali possano comunicare dei dati in caso di
emersione del fabbisogni di capitale che impone un rafforzamento
o un aggiustamento urgenti. Per le italiane non dovrebbero
esserci scostamenti significativi e il fabbisogno dovrebbe
essere gestibile. Non a caso negli ultimi mesi/settimane sono
partiti tutta una serie di aumenti di capitale per irrobustire
gli indici e agevolare anche operazioni di concentrazione. L'Abi
ha diverse volte sottolineato l'esigenza di tutelare al meglio
gli interessi delle banche italiane attraverso la definizione di
dettagli, ancora oggetto di studio e lavoro fra le autorità, che
però possono impattare sugli istituti di credito.
I risultati completi, secondo quanto emerso sulla stampa
internazionale nei giorni scorsi, saranno pubblicati poi a
ottobre assieme agli stress test che simulano due scenari, uno
base e uno avverso, fissando un livello di capitale minimo per
le banche.(ANSA).