(dell'inviato Paolo Rubino)
(ANSA) - RIYAD, 4 MAR - Dall'Arabia Saudita, dove si trovano
per la missione partita ieri, gli imprenditori auspicano un
programma più intenso di missioni mirate all'estero, promuovono
la continuità al Governo con la conferma del viceministro Carlo
Calenda sul dossier internazionalizzazione, ed al nuovo premier
chiedono: "Bisogna crederci di più". Lo dice Paolo Zegna,
l'industriale a cui il presidente di Confindustria Giorgio
Squinzi ha affidato il lavoro di promuovere le imprese italiane
all'estero. L'energia di Renzi? "Vorremmo cominciare a sentirlo
parlare di internazionalizzazione. Avremmo anche desiderato un
ministero dell'internazionalizzazione, sia di attrazione degli
investimenti dall'estero sia per aprire nuove strade alle nostre
imprese. Troppo poco se ne parla, molto ancora si può fare"
anche se "è la soluzione ai problemi di un mercato interno
stagnante". La conferma di Calenda allo Sviluppo economico? "Con
lui abbiamo fatto un bellissimo lavoro sotto il governo Letta e
siamo felici che sia di nuovo a bordo: è un pragmatico, è questo
è qualcosa che le nostre controparti gradiscono". Ma, avverte
Zegna, anche se "abbiamo raddoppiato il budget per la promozione
rispetto ad un anno fa, e non possiamo certo lamentarci" il
nuovo governo può fare ancora di più: "Siamo molto indietro
rispetto a Spagna, Germania, Francia…" Servono "azioni
efficaci", e le risorse per renderle "più forti, più visibili.
Abbiamo bisogno di promuovere il nostro Paese". E di accelerare
sul nuovo modello di missioni "mirate, focalizzate, più
specialistiche. Dovremmo semplicemente farne di più, e con
ancora più aziende" delle 70 portate oggi in Arabia Saudita in
una missione definita un successo, da industriali e istituzioni.
E' soddisfatto dei risultati a Riyad anche il vicepresidente
di Confindustria Alberto Baban, presidente della 'Piccola' di
via dell'Astronomia: "Qui - dice - c'è sia una possibilità di
mercato che di investitori, due cose che in Italia mancano".
Passare "da missioni di sistema a missioni sistematiche sarebbe
la prima cosa da fare", perchè "il fatto di farsi veder in
maniera saltuaria non funziona. Individuati i Paesi target
bisogna costruire un ponte informativo e di presenza continua".
Comunque, "bisogna accelerare, cambiare approccio, fare molto di
più". Anche Baban condivide il giudizio sulla conferma di Carlo
Calenda sul dossier internazionalizzazione: fatto
"straordinariamente positivo, perchè l'avvicendamento continuo
al governo è sempre stato un debole del nostro sistema Paese.
Oggi ci serve molta rapidità, e servono competenza e conoscenze:
ogni volta che si ricomincia da zero si perde tutto".
Anche per il presidente dell'Ice, Riccardo Monti, "il modello
di missioni mirate è sicuramente la direzione giusta". Intanto,
dopo la messa a punto degli strumenti per il sostegno delle
imprese all'Estero, con Ice, Sace, Simest, "l'assetto ormai è
definito è c'è un ottimo livello di collaborazione: il passo
successivo deve essere quello di potenziare fortemente gli
strumenti di export financing di cui c'è gran bisogno". La
priorità da chiedere al governo Renzi? "La rapida creazione di
una vera e propria export bank anche per l'Italia".(ANSA).