(di Sabina Rosset)
(ANSA) - MILANO, 4 MAR - 'Storica' azione di responsabilità
(perché copre atti dal 2003 al 2012) dei soci Seat contro ben 17
ex amministratori in carica tra il 2003 e il 2012 ai quali il
nuovo consiglio potrebbe chiedere danni fino a 2,4 miliardi. Gli
azionisti della società delle Pagine Gialle hanno approvato la
proposta al termine di un'assemblea fiume (7 ore), chiamata
nella parte straordinaria a dare il via libera al riassetto per
varare il concordato preventivo e risanare la travagliata
azienda degli elenchi telefonici.
Gli azionisti si sono presentati in massa a votare sul
concordato, che andrà poi al voto dei creditori a luglio.
Serviva il 20% del capitale e si sono presentati quasi in 4mila
con il 36,7%, anche per esprimere la rabbia per il dissesto
finanziario. Verrà così emesso un fiume di nuove azioni, 6.410
miliardi, rispetto ai 16,1 miliardi di oggi, con i soci attuali
che si diluiranno allo 0,25%. Nell'assemblea ordinaria sono
rimasti poco più di cento azionisti che con il 6% del capitale
hanno deciso l'azione di responsabilità (determinante Giovanni
Cagnoli unico socio rilevante con il 3,3%).
Ora seguiranno ''azioni giudiziarie, che verranno graduate,
modulate, e supportate eventualmente anche da eventuali azioni
cautelari con sequestri preventivi''. ''Se per recuperare 100
lire dobbiamo spendere 100 euro non lo facciamo'', ha detto il
presidente Guido De Vivo, secondo il quale ''abbiamo un problema
di prescrizioni che incombono, entro 30-40 giorni alcune
citazioni dovrebbero essere avviate'' e ora ''la scommessa è
sulla capacità di tenere in vita l'azienda e farla crescere''.
Il conteggio dei danni è stato quantificato dal Cda Seat in
quattro distinte operazioni. Su tutte spiccava la fetta per 2
miliardi riconducibile al fardello dell'acquisizione a debito
del 2003 da parte dei fondi Bc Partners, Cvc, Permira e
Investitori Associati. L'acquisizione era stata prospettata a
debito sin dall'inizio, ma l'indebitamento Seat è poi lievitato
fino ai 4,1 miliardi scegliendo di distribuire ai soci un maxi
dividendo per 3,6 miliardi. Contestata poi la compravendita del
motore di ricerca tedesco Wer Liefert Was? (2007-2008) per cui
si stima un danno di 80 milioni, l'emissione di debito dopo la
crisi del 2009 con danni stimati in 100 milioni, oltre a costi
per 30 milioni, cui si aggiungono oltre 11 milioni degli
emolumenti e del patto di non concorrenza deciso per l'ex ad
Luca Majocchi. Il Cda Seat ha infine stimato un danno di 85
milioni legato al piano di ristrutturazione del 2011.
Gli ex consiglieri di Sea, destinatari dell'azione di
responsabilità ''dichiarano di ritenere del tutto infondati gli
addebiti loro mossi'' e precisano che ''tutte le operazioni
criticate sono state effettuate in conformità alle norme, sulla
base di approfondite valutazioni della situazione esistente al
momento, suffragate dal parere di primari esperti finanziari e
di business, più che razionalmente motivate e sempre
diffusamente comunicate al mercato e agli organi di controllo''.
(ANSA).
