(dell'inviato Paolo Rubino)
(ANSA) - ROMA, 3 MAR - Ottocento incontri d'affari tra 70
aziende italiane e 120 saudite: è affollato il salone del
Council of Saudi Chambers, a Riyad. E si parla il linguaggio
concreto degli imprenditori, si stringono intese. Il "sistema
Italia" è tornato nella capitale saudita, quattro anni dopo la
missione che ha aperto la strada nel 2010, e questa volta con
obiettivi precisi, un focus in tre settori su cui il governo
saudita ha scommesso miliardi per diversificare una economia
fino ad oggi troppo dipendente dal petrolio.
Imprese guidate da Confindustria in una missione promossa dai
ministeri dello Sviluppo e degli Esteri, organizzata dagli
industriali con l'Ice e con la collaborazione della Simest e del
Gse, il gestore dei servizi energetici, sceso in campo per
accompagnare le nostre imprese a cogliere le opportunità di un
piano da 109 miliardi di dollari per la copertura da fonti
rinnovabili di un terzo del fabbisogno energetico saudita. Poi
c'è il fronte delle grandi infrastrutture, che punta sui nuovi
progetti annunciati quest'anno per 66 miliardi di dollari. Ed il
settore sanitario-medicale che guarda alle opportunità legate
alla costruzione di 5 nuove 'città mediche' e 19 ospedali. Sei
banche affiancano una delegazione di oltre 160 persone. La
risposta saudita? "Ci domandiamo come mai l'Italia qui da noi
non sia già molto più forte" dice il direttore generale dalla
investment authority Sagia, Faisal Barafat, che elenca i
vantaggi messi in campo: fisco, finanziamenti a tasso zero,
prezzo quasi simbolico dei terreni, burocrazia snella.
"Ci sono interessi strategici per entrambi i Paesi",
"l'autentica possibilità di far nascere una partnership", è il
messaggio che arriva dal viceministro per lo Sviluppo economico,
Carlo Calenda, il punto di riferimento nel governo per la
promozione delle imprese all'estero, rimasto a Roma per la
coincidenza di tempi con la nascita del nuovo governo con cui
proseguirà il suo impegno: "C'è - sottolinea - una fortissima
complementarietà" tra i due sistemi economici. A Riyad lo hanno
capito: "Potete offrirci cose di cui qui abbiamo molto bisogno",
dice il presidente del consiglio delle Camere di Commercio
Arabe, Yussef Al Maimani. L'Arabia Saudita offre risorse,
mercato, spazi. Alle imprese straniere chiede esperienza,
competenze, qualità. Così ci sono tante opportunità che "è
difficile scegliere", dice Paolo Zegna, l'industriale a cui la
Confindustria di Giorgio Squinzi ha affidato il dossier chiave
dell'internazionalizzazione: "In Arabia Saudita avevamo aperto
una strada nel 2010, siamo tornati su obiettivi concreti con 70
aziende, imprenditori che potranno poi fare da testimoni delle
opportunità che si stanno creando". Le 'grandi' hanno posto le
basi, con questa nuova missione si apre spazio anche alle più
piccole: così a Riyad è venuto anche Albero Baban, il presidente
della Piccola Industria di Confindustria: "Andare a conquistare
nuovi mercati oggi è fondamentale. Non dobbiamo più parlare solo
di business ma cominciare a raccontare il nostro Paese: è una
grande opportunità". E' soddisfatto il presidente dell'Ice,
Riccardo Monti: "Questo è un Paese che deve essere frequentato
di più dalle imprese italiane". Mentre l'ambasciatore italiano
Mario Boffo racconta "Destinazione Italia" e invita istituzioni
e imprese saudite "ad avere sempre più dialogo" con
l'Italia.(ANSA).