(ANSA) - ROMA, 2 MAR - Un terzo del gas importato in Italia e
in Europa viene dalla Russia, e sul territorio dell'Ucraina
passano i principali gasdotti che lo trasportano verso
l'Occidente. La gravissima crisi in corso tuttavia arriva in un
momento in cui, vuoi per la fine della stagione invernale, vuoi
per i bassi consumi dovuti alla situazione economica, gli
stoccaggi sono pieni al 45% e quindi un eventuale rallentamento
dei flussi non desta preoccupazione nel settore.
L'ad dell'Eni Scaroni qualche giorno fa ha escluso problemi
"fino all'estate" anche nel caso dello scenario peggiore, quello
di blocco totale delle forniture. Al momento a Tarvisio, dove
arriva il gasdotto Tag che trasporta la quasi totalità del gas
russo, passando anche per l'Ucraina, il flusso è regolare e
nella media.
Nel nostro Paese quindi circa il 30-35% del gas importato,
secondo fonti industriali, viene dal paese di Putin. Una
percentuale consistente ma in linea con quella degli altri paesi
europei. In alcuni paesi dell'Est e Sud Europa tuttavia le
percentuali salgono a livelli più elevati, e nel caso della
Croazia sfiorano il 100%. Al gas russo si affianca quello in
arrivo nella nostra Penisola dall'Algeria, dalla Libia e da
Olanda e Norvegia attraverso diversi gasdotti (Transmed,
Greenstream, Tenp e Transitgas). Sono da completare o appaino
ancora sulla carta invece i progetti South Stream (promosso da
Gazprom per far arrivare sempre gas russo ma senza passare per
Kiev) e quelli Nabucco e Tap, che invece attingono da altri
paesi dell'area del Caucaso e del Mar Caspio, riducendo così la
dipendenza da Mosca. Il Tap in particolare approderebbe in
Italia in Puglia passando per il Mar Ionio.
Tornando al gas russo, nei paesi dell'Europa Occidentale
arriva attraverso numerose infrastrutture come lo Yamal che
passa per Bielorussia e Polonia per approdare in Germania, il
Nord Stream che passa attraverso il Mar Baltico proprio per
evitare l'Ucraina e il Blue Stream che invece giunge in Turchia.
Kiev è così crocevia di una fitta rete da 40mila km di
gasdotti nati in epoca sovietica e che poi si diramano per
agganciarsi alle reti europee come il nostro Tag. Da questa rete
arriva circa l'80% del gas destinato al Vecchio Continente e che
porta al governo di Kiev notevoli ritorni in termini di tariffe
ma anche tutta "l'attenzione" interessata di Mosca.(ANSA).