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Tra le vie di Aosta, alla scoperta del suo cuore religioso

26 novembre, 11:53

(ANSA) - AOSTA, 23 NOV - Un itinerario inconsueto, alla scoperta dei più antichi e significativi luoghi di culto della città di Aosta, che si snoda tra vicoli e stradine 'segrete', orti, giardini e antiche mura.

Il percorso, della durata di una mezza giornata, segnalato in versione integrale dal sito lovevda.it, parte dal cuore antico della città: la Porta Praetoria, sul cui lato nord svetta l'imponente Torre dei Signori di Porta Sant'Orso che segna l'ingresso nel medievale Borgo di Sant'Orso. Da qui si imbocca via Sant'Anselmo e, dopo alcuni metri, si svolta a sinistra in direzione della Collegiata dei SS Pietro e Orso luogo carico di storia e misticismo, la chiesa affonda le sue origini in epoca paleocristiana e da sempre rappresenta un simbolo della religiosità valdostana. Chiesa funeraria privilegiata per secoli da nobili, potenti e prelati, Sant'Orso racchiude veri e propri tesori di archeologia cristiana e di storia dell'arte. Accanto alla chiesa il meraviglioso chiostro romanico che, con i suoi 40 capitelli di marmo istoriati, richiama folle di studiosi e visitatori ogni anno.

Alla sinistra del sagrato, uscendo dal chiostro, lo splendido Priorato rinascimentale con le sue raffinate quanto inusuali finestre a crociera in terracotta scolpita, così voluto dal priore Giorgio di Challant alla fine del XV secolo. Sulla destra, invece, svetta il possente campanile romanico, in origine una torre difensiva, come dimostra la posizione particolarmente elevata della porta d'accesso presente sul lato est. La vicina chiesetta di San Lorenzo, infine, sotto l'aspetto tardogotico, nasconde origini paleocristiane.

Si prosegue ora lungo via Sant'Orso che, in breve, ci conduce in un'area rurale, fatta di orti e giardini: qui sorge l'antico cimitero monumentale del Borgo di Sant'Orso, dove riposano numerose personalità della cultura, della scienza e della politica valdostana. Piegando a sinistra si raggiunge l'angolo nord-est della cinta muraria di Aosta romana, sottolineato dalla poderosa torre quadrata detta dei Balivi, contro cui nei secoli è andato formandosi un complesso che, da dimora urbana dei signori De Palatio, è diventato sede dei Balivi, rappresentanti del duca di Savoia e amministratori della giustizia. Dal 1430 al 1984 qui hanno trovato posto le carceri cittadine e oggi, dopo un decennale restauro, vi sarà ospitato l'Istituto musicale regionale.

Attraversando via Xavier de Maistre si imbocca via San Giocondo (anticamente rue des Prêtres): qui sembra davvero di essere in campagna, tra bassi edifici storici e alberi da frutta. Questo percorso, sin dal Medioevo, segnava l'accesso al quartiere ecclesiastico dove si godeva del diritto d'asilo.

Giunti in piazza Roncas si avrà davanti la facciata di palazzo Roncas: ora in restauro, questo edificio rappresenta una delle più eleganti dimore cinquecentesche della città e racchiude al suo interno splendidi affreschi e "grottesche" realizzati tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo. Il palazzo di fronte, oggi sede del MAR - Museo Archeologico Regionale, nel XVI-XVII secolo rientrava tra le proprietà della nobile famiglia Vaudan che qui ospitò l'ordine monastico delle Visitandine.

Prima di procedere lungo il percorso delle Immunità, è d'obbligo una breve deviazione: da piazza Roncas si imbocca via Martinet; dopo pochi metri, sulla destra, si apre un passaggio voltato che conduce sul sagrato della chiesa di Santo Stefano, racchiusa in un angolo quasi nascosto appena al di fuori delle mura antiche, in un'area originariamente occupata da necropoli.

Tornando poi sui propri passi e insinuandosi in via Forum, si raggiunge l'attuale piazza della cattedrale che, in pratica, ricalca quella che era l'originaria terrazza sacra del foro, sede del culto ufficiale della colonia. Da piazza della cattedrale ci si immette su via De Sales e si piega a destra per pochi metri; poco oltre, sulla sinistra, si imbocca la stretta via Lostan. Nonostante le apparenze questa viuzza possiede aspetti interessanti: prende il nome dai nobili Lostan che qui avevano il loro palazzo, ancora riconoscibile, seppure attualmente in restauro, grazie ai due piani di arcate ribassate tipicamente secentesche che ne connotano la corte interna.

Si giunge così in via De Tillier, nel punto in cui sorge la chiesetta di San Grato, oggi sconsacrata e utilizzata come sede espositiva, ma in origine vero punto nodale delle più sentite celebrazioni cittadine.

Da qui continuiamo verso piazza Deffeyes dove sorge il Palazzo dell'Amministrazione Regionale, costruito sulle strutture del precedente ospedale Mauriziano, qui fondato nel 1773. Girando a sinistra seguendo via Festaz si arriverà in prossimità di una chiesetta, nell'area un tempo occupata dal Priorato di Saint-Bénin con annesso collegio maschile, uno dei più quotati degli Stati sabaudi. Salendo quindi lungo viale Conseil des Commis alla volta di piazza Chanoux non si potrebbe mai immaginare che, dove oggi si eleva il monumentale Hôtel de Ville (municipio), fino alla fine del XVIII secolo sorgeva una delle più grandi e belle chiese gotiche dell'Italia nord-occidentale, parte del convento di San Francesco, qui voluto nel 1352 da Amedeo VI di Savoia. Inizialmente trasformato in caserma, nel 1836 il convento venne completamente raso al suolo per edificare il moderno municipio neoclassico; rimane solo una cappella gotica decagonale, oggi inglobata nel Caffè Nazionale.(ANSA).

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