Un vero e proprio thriller di sopravvivenza, filosofico e ispirato a un fatto vero è quello che racconta il due volte premio Oscar Ron Howard in 'Eden' film d'apertura al Teatro Regio del 42/o Torino Film Festival.
Altro che 'Lost'. Questa volta a trasferirsi sull'isola disabitata di Floreana, nell'arcipelago delle Galàpagos sono dei volontari e per motivi squisitamente esistenziali. I pionieri sono dottor Friedrich Ritter (Jude Law) e sua moglie Dora Strauch (Vanessa Kirby), due europei idealisti che fuggono dalla Germania nel 1929, rinnegando i valori borghesi che ritengono stiano distruggendo la vera natura dell'umanità. Ritter è uno che ha mal digerito Nietzsche e che sta scrivendo una sua personale filosofia basata sul dolore.
A loro si uniscono dopo un po', e per nulla graditi, Margaret (Syndey Sweeney) e Heinz Wittmer (Daniel Brühl), coloni del tutto normali e ammiratori di Ritter di cui si parla sui giornali, una coppia con un figlio adolescente che ha problemi respiratori e che potrebbe guarire con questa vita selvaggia.
E non finisce qui. L'isola si anima di altri quattro personaggi, la baronessa Eloise Bosquet de Wagner Wehrhorn (Ana de Armas), che ha come riferimento massimo 'Il ritratto di Dorian Gray' di Oscar Wilde e ha come velleitario progetto di costruire nell'isola un resort per milionari. Insieme a lei, avventuriera sempre sicura del suo fascino, due suoi amanti e un servitore ecuadoriano come guardia del corpo.
È inevitabile che in un'isola, piena di pericoli, senza acqua e con poche cose da mangiare la convivenza non sia affatto facile.
Iniziano furti di cibo e di acqua e ogni occasione è buona per non condividere l'isola. Così alla fine a prevalere, tra Nietzsche e Wilde sarà l'homo homini lupo di Hobbes e anche una certa perfidia femminile.
Eden, va detto, nasce da una storia molto personale del regista che quindici anni fa, durante un viaggio di famiglia alle Galapagos, si è imbattuto in questa vicenda in cui tre gruppi di persone diverse, cercando di fuggire dal modo di vivere borghese, scelsero di reinventare le loro vite in un momento, quello del fascismo e del nazismo, in cui tutto l'Occidente sembrava sprofondare.
Il film, già passato al Toronto Film Festival, racconta appunto un fatto vero. Il 27 marzo 1934, l'isola Floreana diventa luogo di un mistero mai risolto.
Da quel giorno la baronessa e il suo amante Philipsson scomparvero. Sia i Wittmer che i Lorenz affermarono che i due si erano imbarcati su una nave per Tahiti. Dora Strauch e Friedrich Ritter invece raccontarono che in quei giorni non si era avvistata nessuna nave di passaggio. Di fatto la coppia non tornò più sull'isola.
Il film è un'esclusiva Italian International Film (Gruppo Lucisano) in collaborazione con Rai Cinema e sarà distribuito prossimamente da 01 Distribution.
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