"Con i nuovi trattamenti farmaceutici
si è aperto un orizzonte di speranza per i pazienti con artrite
reumatoide". Queste le parole di Gian Domenico Sebastiani,
direttore Uoc Reumatologia all'ospedale San Camillo e presidente
della Società italiana di reumatologia (Sir), intervistato
dall'Ansa a margine della presentazione in senato del position
paper "Innovare la presa in carico della persona con artrite
reumatoide: dagli unmet needs alla personalizzazione della
cura", realizzato da Altems Advisory con il contributo di
Alfasigma e il patrocinio delle associazioni dei pazienti Anmar
e Apmarr.
Il trattamento della malattia, ad oggi, "si basa su
immunosoppressori convenzionali come il metotrexato, che
utilizziamo da 40 anni, efficace e funzionante in una certa
percentuale di pazienti". Ma a cambiare la vita del paziente,
continua Sebastiani, "sono stati i farmaci biologici introdotti
a inizio secolo. Immunosoppressori diretti contro specifici
meccanismi patogenetici, che hanno rivoluzionato e migliorato
moltissimo la vita del paziente". Terapie in grado "di mandare
in remissione la malattia e evitare l'accumulo di danno, che è
irreversibile e principale causa di morbidità e comorbidità, di
invalidità e mortalità".
Ulteriore innovazione, nel decennio successivo, è stata
rappresentata "dalle piccole molecole tarteted-synthetic,
farmaci antireumatici modificanti la malattia (Dmard)", spiega
il presidente Sir. "Farmaci diretti contro alcune citochine a
somministrazione orale, che possono facilitare l'aderenza alla
terapia da parte delle persone. Agiscono molto velocemente e
altrettanto velocemente cessano di funzionare in caso sia
necessaria una sospensione". Fra questi rientrano "i
Jak-inibitori: inibitori della janus chinasi, recettore della
membrana che favorisce la produzione di citochine
pro-infiammatorie", evidenzia Sebastiani, che conclude: "Tanti
farmaci sono stati sviluppati, e molti ne stanno arrivando. Un
progresso significativo, un orizzonte di speranza buono per chi
è affetto da una malattia considerata fino a poco tempo fa non
trattabile".
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