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Sir, nuove terapie speranza per pazienti con artrite reumatoide

Sir, nuove terapie speranza per pazienti con artrite reumatoide

Sebastiani: "Farmaci biologici e Jak-i rivoluzione qualità vita"

ROMA, 08 ottobre 2024, 15:19

Redazione ANSA

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"Con i nuovi trattamenti farmaceutici si è aperto un orizzonte di speranza per i pazienti con artrite reumatoide". Queste le parole di Gian Domenico Sebastiani, direttore Uoc Reumatologia all'ospedale San Camillo e presidente della Società italiana di reumatologia (Sir), intervistato dall'Ansa a margine della presentazione in senato del position paper "Innovare la presa in carico della persona con artrite reumatoide: dagli unmet needs alla personalizzazione della cura", realizzato da Altems Advisory con il contributo di Alfasigma e il patrocinio delle associazioni dei pazienti Anmar e Apmarr.
    Il trattamento della malattia, ad oggi, "si basa su immunosoppressori convenzionali come il metotrexato, che utilizziamo da 40 anni, efficace e funzionante in una certa percentuale di pazienti". Ma a cambiare la vita del paziente, continua Sebastiani, "sono stati i farmaci biologici introdotti a inizio secolo. Immunosoppressori diretti contro specifici meccanismi patogenetici, che hanno rivoluzionato e migliorato moltissimo la vita del paziente". Terapie in grado "di mandare in remissione la malattia e evitare l'accumulo di danno, che è irreversibile e principale causa di morbidità e comorbidità, di invalidità e mortalità".
    Ulteriore innovazione, nel decennio successivo, è stata rappresentata "dalle piccole molecole tarteted-synthetic, farmaci antireumatici modificanti la malattia (Dmard)", spiega il presidente Sir. "Farmaci diretti contro alcune citochine a somministrazione orale, che possono facilitare l'aderenza alla terapia da parte delle persone. Agiscono molto velocemente e altrettanto velocemente cessano di funzionare in caso sia necessaria una sospensione". Fra questi rientrano "i Jak-inibitori: inibitori della janus chinasi, recettore della membrana che favorisce la produzione di citochine pro-infiammatorie", evidenzia Sebastiani, che conclude: "Tanti farmaci sono stati sviluppati, e molti ne stanno arrivando. Un progresso significativo, un orizzonte di speranza buono per chi è affetto da una malattia considerata fino a poco tempo fa non trattabile".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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