L'ictus, terza causa di mortalità e
una delle principali cause di disabilità a livello globale,
comporta spesso gravi conseguenze, tra cui la malnutrizione.
Questo emerge dal Congresso nazionale della Società Italiana di
Nutrizione Umana (Sinu), nel corso del quale è stato presentato
uno studio che mostra una stretta relazione tra la malnutrizione
e la funzionalità motoria e cognitiva in riabilitazione
post-ictus, un campo ancora relativamente poco studiato in
Europa.
In particolare questo studio mette in risalto il fatto che la
malnutrizione nei pazienti con ictus rappresenta un fattore di
rischio di mortalità e complicanze nel breve e lungo termine ed
è associata a un più lento e meno efficace recupero funzionale e
cognitivo. Tra le conseguenze della malnutrizione vi sono
soprattutto la perdita di forza e massa muscolare (condizioni
preesistenti nell'anziano) e l'aumento del rischio di infezioni.
Effetti negativi che possono compromettere ulteriormente la
capacità del paziente di partecipare attivamente alla
riabilitazione, prolungando il recupero e riducendo le
possibilità di raggiungere un buono stato funzionale, cioè la
capacità di svolgere le attività quotidiane in maniera
indipendente. Nello specifico, come riportano i risultati dello
studio di cui si è parlato al Congresso, "i pazienti malnutriti
totalizzavano punteggi peggiori nei test di valutazione
funzionale utilizzati per valutare le attività della vita
quotidiana (ad esempio la capacità di alimentarsi, vestirsi o
gestire l'igiene personale autonomamente) e la mobilità
(spostarsi dalla sedia al letto, camminare, scendere le scale),
così come nella valutazione dello stato cognitivo, rispetto a
quelli non malnutriti".
Questo studio, sviluppato da ricercatori dell'Università
Federico II di Napoli, presso il Santa Maria del Pozzo Hospital
di Somma Vesuviana (Napoli), ha ricevuto il Premio Barba come
migliore ricerca scientifica condotta nel campo della nutrizione
umana da un ricercatore iscritto alla Sinu di età inferiore ai
35 anni.
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