"Una bomba ad orologeria". Così il
sindacato degli infermieri Nursing Up definisce la situazione di
carenza del personale che "è pronta ad esplodere nei mesi
estivi". Tra le regioni più in difficoltà, al primo posto ci
sono Lombardia, con realtà dove si assiste a una fuga degli
infermieri all'estero, e Campania, con i pronto soccorsi in
tilt. E' quanto emerge da un'indagine del sindacato. Nursing up,
che evidenzia come nelle regioni più interessate dal fenomeno si
viaggi con un media di 12-13 pazienti in gestione per ogni
infermiere. "Una media - osserva - che va ben oltre quella di
massimo 6 pazienti per avere una sanità di qualità".
Mentre i concorsi per infermieri finiscono per lo più
deserti per le magre offerte economiche, si sottolinea la
ricerca, "si rischia il taglio di almeno il 10% dei posti letto
a causa dei deficit di organico. Alcuni reparti potrebbero
essere accorpati se non addirittura chiusi. In pericolo le aree
di emergenza-urgenza". E sempre in estate "si prevede almeno il
30% in più di afflusso dei pazienti nei pronto soccorsi, che non
sarà assolutamente gestibile dal personale ridotto all'osso
presente nelle strutture sanitarie da Nord a Sud. Le ferie degli
infermieri potrebbero saltare".
"In questo momento, nell'occhio del ciclone - spiega il
presidente del Nursing Up, Antonio De Palma - ci sono realtà
come l'Asst di Lecco, quotidianamente alle prese con la fuga di
professionisti verso la Svizzera. L'azienda sanitaria lecchese
avrebbe una necessità immediata di 400 infermieri. Scendendo al
sud, c'è il caso della Campania, dove accanto alle croniche
emergenze di realtà da sempre in difficoltà come il Cardarelli,
emergono situazioni a dir poco "esplosive" come quelle
dell'Ospedale dal Mare, tra i principali pronto soccorsi
cittadini, alle prese con un surplus di pazienti che già dal
mese di marzo è ingestibile per i pochi infermieri 'rimasti in
trincea'". "Nelle province della Lombardia più vicine alla
Svizzera, in particolar modo nell'area sanitaria di Lecco, ma
anche nel territorio di Como, ovvero nell'Asst Lariana, con al
primo posto, per gravità, rispettivamente realtà sanitarie quali
l'Ospedale Manzoni e il Sant'Anna, "si rischia da qui a breve un
vero tracollo. I posti letto, già numericamente limitati,
potrebbero essere ulteriormente ridotti del 10% per garantire un
minimo di ferie e turnazioni dignitose ai pochi infermieri
rimasti, mentre si rischiano chiusure di reparti nevralgici e
pronto soccorsi con accessi decisamente oltre il limite".
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