"L'autonomia differenziata di fatto
è un colpo di grazia al Ssn, perché di fatto lascia
completamente indietro le regioni del Centro-Sud, che
inevitabilmente saranno condizionate dal fatto che quelle del
Nord, ricche, aumenteranno la qualità e la quantità dei servizi.
Ma le stesse regioni del Nord, se dovesse aumentare in maniera
importante la mobilità dei pazienti, non riusciranno a seguire
più bene i propri residenti, quindi alla fine è un colpo di
grazia a un sistema universalistico che è stato creato per
gestire con una leale collaborazione Governo-Regioni la salute
del cittadino". Lo ha detto Nino Cartabellotta, presidente della
fondazione Gimbe, all'ospedale Cardarelli di Napoli per un
convegno sulle conseguenze dell'autonomia differenziata in campo
sanitario.
"Le soluzioni che abbiamo proposto in Commissione Affari
Costituzionali del Senato - ha ricordato - erano di espungere la
tutela della salute dalle materie su cui le Regioni possono
chiedere maggiore autonomia. Adesso ci sarà un'altra audizione
alla Camera per capire quanto questo si possa attuare, ma
secondo me non si attuerà".
Cartabellotta ha sottolineato anche che "il vero problema è
che al di là dell'autonomia bisogna rivedere i criteri del
riparto del fabbisogno sanitario nazionale, colmare i divari con
il Sud e fare in modo che lo Stato, un po' come un papà con 21
figli, in qualche maniera controlli e verifichi le Regioni sulle
modalità con cui spendono il denaro pubblico e con cui producono
servizi per i cittadini. Non è infatti aumentando le autonomie
che migliorano i servizi, ma anzi aumentando l'autonomia il
rischio è che si aumentino le disuguaglianze".
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