E' vero che il grano italiano basta a soddisfare l’approvvigionamento nazionale di pasta?
No, la produzione italiana non è sufficiente a fornire il comparto produttivo della pasta. Coprirebbe il consumo interno ma non l'export

Redazione ANSA
23 luglio 2024 - 16:51
Campi di grano in Italia © ANSA

Cosa verifichiamo?

Se è vero che il grano italiano basta a soddisfare l’approvvigionamento nazionale di pasta. Dall'analisi fornita da una delle principali organizzazioni agricole, Confagricoltura, e altre fonti del comparto primario su dati dell'Istituto di stastica Istat (https://www.istat.it)  , emerge che la produzone italiana non è sufficiente a fornire il comparto produttivo della pasta se consideriamo le esigenze produttive di una delle industrie tra le più vocate all'export.

Analisi

In Italia, negli ultimi dieci anni abbiamo prodotto poco più di 4 milioni di tonnellate di grano duro; mentre nel 2022 e nel 2023 i volumi produttivi scendono a 3,7 milioni di tonnellate. Prendendo a riferimento i flussi di prodotto del 2022, 0,3 milioni di tonnellate di grano duro prodotto sono state destinate all’export e le restanti 3,4 milioni di tonnellate utilizzate per la produzione di semola, ottenendone 2,62 milioni di tonnellate. Da questa quantità, precisa Confagricoltura (www.confagricoltura.it),  si possono realizzare 2,5 milioni di tonnellate di pasta (resa 95%): una mole 1,7 volte superiore al fabbisogno nazionale (1,5 milioni di tonnellate consumate nel nostro Paese). Le rimanenti 2,2 milioni di tonnellate di pasta vengono esportate. In totale, dunque, in Italia nel 2022 sono state prodotte 3,7 milioni di tonnellate di pasta (poco meno della metà viene consumata in Italia).

Con il grano duro italiano disponibile, dunque, si può ampiamente produrre la pasta che si consuma in Italia, generando anche un avanzo. La materia prima nazionale non è comunque sufficiente per il fabbisogno totale della nostra industria pastaria che comprende anche la produzione destinata all’export. Una parte dobbiamo necessariamente importarla e nelle annate più difficili, con meno produzione, (e il 2024 con 3,5 milioni di tonnellate potrebbe essere l’anno con minore produzione dell’ultima decade, stima Confagricoltura) le importazioni aumentano riducendo ancora di più l’autoapprovvigionamento che è già, purtroppo, tendenzialmente in calo.

Conclusioni

Il grano italiano non è poco, anzi, con i suoi 1,2 milioni di ettari, è la coltivazione italiana più estesa in assoluto. Inoltre, possiamo ancora migliorare resa, produzione e qualità grazie all’apporto di tecnologia e innovazione. Il grano che produciamo viene utilizzato sia per la pasta 100% italiana sia per quella ottenuta da miscele di grani nazionali ed esteri; due asset fondamentali della Dieta Mediterranea e del nostro agroalimentare in Italia e nel mondo. Ma stando agli attuali stock produttivi di grano duro l'analisi di Confagricoltura su dati Faostat (https://www.fao.org/faostat/en/#home), Ismea (https://www.ismea.it) e Istat (https://www.istat.it) , evidenzia che col grano nazionale si potrebbe produrre la pasta che si consuma in Italia, generando anche un avanzo che tuttavia non sarebbe sufficiente a soddisfare la domanda dell'industria italiana della pasta che esporta in tutto il mondo.

Fonti

https://www.confagricoltura.it

Faostat

https://www.ismea.it

https://www.istat.it/

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